Una serie tv e le aberrazioni della delega
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Date:
25 Maggio 2023
Una serie tv e le aberrazione della delega
Può una serie tv portare a riflessioni profonde sul lavoro sulle organizzazioni?
La risposta è sì e me capita spesso.
Ho da poco finito di vedere Severance, una serie tv che un’amica mi aveva caldamente consigliato poiché sa di cosa mi occupo.
L’argomento su cui è costruita la serie è molto forte, una procedura a cui si sottopongono volontariamente i collaboratori di una grande azienda, una scissione che farà sì che quando sono al lavoro, non avranno accesso ai ricordi della vita privata e quando sono fuori, non avranno accesso ai ricordi della vita lavorativa.
Ricorda un po’ quell’ideale e impossibile separazione tra vita privata e lavorativa che certo cattivo management anni ’80 promulgava come il livello perfetto di performance da raggiungere.
Aggiungo che purtroppo la frase “ah lui i problemi li deve lasciare a casa e non portarli al lavoro” la sento ancora dire troppo spesso.
Ci sono moltissime riflessioni che potrei condividere sulla serie, il ritmo è lento, quasi meditativo e per questo densissimo di significati sul senso del lavoro in un’ottica direi esistenziale.
Mi voglio però soffermare sugli aspetti che a me interessano di più ovvero quelli legati alla delega.
Da questo punto vista l’ho trovata quasi didascalica, è la messa in atto di tutto ciò che non bisogna fare se si vuole essere un’azienda in cui le persone sanno delegare e creare autonomia, presupposto fondamentale per la crescita.
Vediamo le 3 situazioni rappresentate che sono ovviamente esasperate (è pur sempre un prodotto d’intrattenimento) ma che ci fanno vedere bene cosa evitare come la peste nelle organizzazioni.
È la dimostrazione poi di cosa succede se si cerca di soffocare la relazione, di renderla asettica.
1 – La manager della filiale, tale Harmony Cobel, esercita un controllo maniacale suoi collaboratori spiandoli con le telecamere o facendoli manipolare tramite gli incontri con la “consulente del benessere”. Il contenuto della sua comunicazione è vuoto, il più delle volte ribadisce regole di cui l’interlocutore non capisce il senso. Le sue interazioni passano dalla violenza psicologica a quella fisica, per lei il collaboratore deve fare, non deve capire, anzi meno capisce meglio è.
Lei stessa è in una posizione assurda, non riesce a comunicare direttamente con il board da cui ha ricevuto mandato se non tramite un’assistente che con un auricolare ripete in tempo reale i diktat del board e riferisce quello che Cobel dice, una situazione praticamente assurda. Anche qui la relazione è annientata, il confronto reso impossibile aggiungendo intermediari assolutamente non necessari.
2 – Il capo reparto appena promosso, Mark Scout che si è sottoposto a scissione, di fatto è in una posizione priva di senso, non deve organizzare nulla, prendere decisioni o risolvere problemi, non gli serve quasi delegare, poiché si muove col suo piccolo team in un contesto di regole ferree, manuali, procedure dove il lavoro di uno non s’interseca quasi con quello dell’altro. Come se non bastasse Mark e il suo team sono costantemente controllati da un supervisore, tale Milchick, forse il personaggio più inquietante della serie, che interviene per correggere eventuali comportamenti non conformi con estenuanti sessioni di lavaggio del cervello nella “sala del personale”.
3 – Ovviamente in una situazione del genere l’autonomia dei collaboratori è impossibile, come potrebbe essere altrimenti? Di conseguenza qualsiasi tipo di abitudine al confronto sia all’interno del team, sia in modo trasversale, tra i team dell’azienda, viene assolutamente scoraggiata, direi quasi sabotata, altro che interdipendenza! Interessante infatti come questo sabotaggio venga portato avanti tramite la divisione dello spazio fisico, tutto deve essere separato e non intersecarsi, ma anche con una delle più raffinate forme di esercizio del potere, la costruzione di dicerie, leggende, per screditare gli altri team e mettere tutti contro tutti.
Mi sembra ci siano abbastanza suggestioni per riflettere, che ne pensate?
Impara a delegare!