L’altro giorno ero in sessione con una manager convinta che l’aver acquisito una serie di abilità di delega, decisionali e di risoluzione di situazioni complesse la rendesse perfettamente autonoma e autosufficiente e con lei il suo team rispetto agli altri dipartimenti dell’azienda. L’ho invitata a riflettere e ad ampliare ulteriormente la sua prospettiva considerando che le organizzazioni sono vive, sono fatte di uomini e donne e ognuno ha impatto sull’altro in senso orizzontale e verticale anche quando questo non appare immediatamente evidente. Ho poi aggiunto un’ulteriore provocazione, la sua crescita, come manager, deve passare proprio dalla capacità di uscire fuori dal confortante spazio di presunta autonomia e autosufficienza per cominciare e confrontarsi con gli “altri” dell’azienda.

Questo lo vedo chiaramente quando metto attorno ad un tavolo 2 uffici strettamente connessi tra loro, ufficio acquisti e store management per esempio, spesso uno non conosce bene qual è il lavoro dell’altro. Se attivo e facilito il dialogo tra questi due uffici, della serie “illustrate cosa fate nel vostro team”, allora situazioni e relazioni che prima apparivano complicate o incomprensibili cominciano a diventare più facili e chiare.

Riflettiamoci! Non sempre  è necessaria l’attivazione di nuove procedure o l’introduzione di nuove figure per far funzionare meglio i processi, a volte servono certo, a volte sono semplicemente un’aggiunta di complicazioni e una perdita di risorse.

Quindi allenare la capacità di chiedere e offrire aiuto consente di gestire meglio la complessità sempre maggiore nelle organizzazioni e tutto ciò passa dal rafforzamento del management sia a livello professionale che personale.

Certo, cominciare ad attuarlo non è cosa che si può improvvisare, ci vogliono gradualità, destrezza ed equilibrio.

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