Se il manager esterno diventa una sfida impossibile

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se il manager esterno diventa una sfida impossibile

Puoi decidere se il manager che arriva dall’esterno a casa tuo diventerà il tuo miglior alleato o il tuo peggior nemico.

Per un’azienda che vuole continuare a crescere la scelta del management e la sua preparazione non possono essere faccende da affrontare nei ritagli di tempo. Si tratta di un lavoro che richiede competenze specifiche e una progettualità calzata alle persone e alla vision dell’azienda.Spesso la scelta ricade all’interno e, se ben gestita e ci sono le persone giuste, può essere la scelta migliore in quanto accoglie il desiderio di crescita delle persone interne che magari sono in azienda da tempo e garantisce quella continuità  che tanto rassicura l’imprenditore.

Se mancano però quelle competenze e capacità specifiche per un determinato ruolo diventa fondamentale innestare nel tessuto aziendale persone che arrivino da fuori creando una discontinuità magari scomoda, soprattutto all’inizio, ma che si può rivelare vitale per l’organizzazione.

E questo è una sfida non da poco!

L’imprenditore si trova nella difficile posizione di dover mantenere la propria identità aziendale, lo stile imprenditoriale e gestionale, e questi sono aspetti che non può delegare. Allo stesso tempo però per crescere deve affidarsi ad un manager che arriva da esperienze in altre aziende magari molto diverse dalla sua.

Dunque la scelta e l’introduzione di una nuova persona che si porta dietro il proprio bagaglio professionale e personale, bagaglio che non può essere cancellato o ignorato. Poi occorre considerare che affinché portino risultati e valore all’azienda i nuovi manager devono avere spazio di manovra e un certo grado di autonomia.

Questo passaggio dunque è molto delicato e vi indico 3 spunti importanti su cui prestare attenzione se non si vuole trasformare un’occasione per crescere in un sonoro fallimento.

  • Il livello del manager che arriva dall’esterno deve essere coerente con quello delle dimensioni e dell’evoluzione dell’azienda, non è detto che un manager proveniente da un esperienza in una multinazionale possa funzionare in una realtà familiare.
  • Se si dà troppa attenzione alle competenze e alle esperienze e poco al carattere e allo stile della persona, si rischia poi di dover gestire dei “fenomeni”, magari anche molto capaci, che entrano in azienda (per l’imprenditore casa sua) con un piglio del tipo “adesso te la sistemo subito tutto io”. Ecco, questi sono i manager che purtroppo vengono allontanati dopo pochi mesi, senza aver avuto la possibilità di apportare il contributo che avrebbero potuto e dopo aver destabilizzato gli equilibri.

Aggiungo che spesso ho notato che aziende familiari che hanno raggiunto risultati considerevoli e sono riconosciute sul mercato al confronto con manager esterni provenienti da esperienze all’estero o da aziende più grandi hanno un atteggiamento di orgoglio misto a senso d’inferiorità.

  • Se si introducono manager troppo accondiscendenti, che si adeguano subito alla situazione che trovano, all’inizio tutto potrà sembrare molto facile e fluido, il punto è che si perde così un’occasione per introdurre miglioramenti in azienda che si possono rivelare preziosi poiché provengono da chi, perlomeno all’inizio, guarda all’organizzazione con occhi nuovi e con il proprio bagaglio di esperienze diverse.

Questi aspetti sono fondamentali se ci si vuole confrontare in modo vantaggioso con l’esterno e continuare ad essere imprenditrici e imprenditori liberi di crescere.

Se vuoi gestire al meglio le scelte in merito al tuo management scrivimi subito ad [email protected].

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