Complessità delle organizzazioni, da dove partiamo?

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Complessità delle organizzazioni, da dove partiamo?

Cos’è la vita di un’azienda se non un continuo processo di delega?

Sta a te renderlo rigenerante invece che distruttivo!

Ho messo ordine su una serie di ragionamenti su complessità e organizzazione, eccoli!

È vero, la replicazione di vecchi modelli organizzativi non funziona, non condivido infatti la fascinazione che questi modelli obsoleti esercitano ancora su molte aziende familiari desiderose di “mettersi a posto, al pari” per essere aziende strutturate, qualsiasi cosa questo voglia dire.

La stessa divisione netta tra hard e soft non risponde più alla complessità del business perché da un lato privilegia l’aumento di strutture che rallentano e complicano i processi, dall’altro ci si si concentra sul creare team armonici che però mancano della forza dirompente di un pensiero diverso, della capacità di confronto, anche conflittuale, che crea un ambiente fecondo per prospettive nuove e più funzionali.

Ho avuto la fortuna di fare esperienza delle organizzazioni partendo da una preparazione classica, una profonda conoscenza del mondo greco-latino che mi ha dato una  prospettiva alternativa, più laterale, delle organizzazioni.

È a mio parere molto evidente che le dinamiche non possono più essere lette con una visione lineare (e comunque tale visione era miope anche prima), la stessa visione circolare non risponde più alla complessità delle organizzazioni perché legge solo una parte del quadro, una parte ristretta, non si allarga al sistema azienda in tutti i suoi reparti e a tutto il “mondo fuori”.

Occorre un passo in più, una visione sistemica che richiede però uno sforzo cognitivo non indifferente, dal momento che siamo abituati a vedere causalità dirette, sotto i nostri occhi, mentre tendiamo ad ignorare le implicazioni con il resto del sistema azienda e fuori dall’azienda, il continuo (e per certi versi inafferrabile) movimento di attori e azioni che influenzano l’ambiente e ne sono influenzati.

Lavorare in progettualità, guardare a quello che è ma soprattutto a quello che potrebbe essere, rendere i confini chiari e valicabili, promuovere la collaborazione con un raggio d’azione tridimensionale.

Ok, ma da dove partiamo? Clicca qui

Abbiamo visto come i vecchi modelli organizzativi non sono più calzanti perché non aiutano a gestire la complessità, da dove possiamo partire per costruire modelli più appropriati?

La struttura centralizzata non funziona più, occorre una struttura più diffusa e, sono d’accordo, occorre partire dal management di mezzo, occorre rafforzare i manager che operano nel tessuto della rete e spesso purtroppo ve ne rimangono impigliati, schiacciati.

Bisogna allenarli e renderli in grado di aumentare il loro potere discrezionale.

L’ho sempre trovato tanto evidente nel retail, la realtà che conosco meglio e in cui io stessa sono cresciuta come manager.

Una struttura più diffusa, più incentrata sulla flessibilità della relazione piuttosto che sulla rigidità e fissità di ruoli e azioni.

Sul potere auto rigenerativo dell’apprendimento e della sperimentazione per andare oltre, piuttosto che sulla cieca volontà di avere il totale controllo (impossibile) di un organismo fatto di persone che si muovono e cambiano insieme tutti i giorni.

Occorrono persone che colgano i dettagli e riescano al tempo stesso a collocarli in un quadro d’insieme di cui non pretendano di individuare una volta per tutte le sfumature e i contorni.

Credo sia cruciale partire dal corretto funzionamento del processo di delega, sono praticamente ossessionata da questo aspetto.

Attorno alla delega ruota tutto il processo di crescita di un team e mi viene da dire di tutta l’azienda.

Se ci pensiamo: nel momento in cui si mettono insieme almeno 2 persone con un progetto comune devono organizzarsi e dunque delegare.

Alla fine cos’è la vita di un’azienda se non un continuo processo di delega?

Mi piace vedere questo processo come un modo, per chi delega, di cedere pezzi di sé per creare quello spazio vuoto dove può crescere un nuovo germoglio, chi delega bene si rigenera ed evolve.

Chi riceve delega in modo appropriato, crea il proprio spazio di autonomia che lo aiuta a crescere e a confrontarsi.

E servono meno strutture, procedure, ruoli, soldi e tempo, se ogni persona dell’azienda sa muoversi nel suo spazio di autonomia e quindi andare oltre per confrontarsi, collaborare e trovare soluzioni appropriate.

Ci avevi mai pensato?

Impara a delegare!