3 modi utili per gestire un fallimento

Category:
Date:

3 modi utili per gestire un fallimento

Fallire fa schifo, con buona pace degli esaltatori del fallimento che lo vedono come la porta che ci apre al successo.

Il fallimento, è uno di quegli argomenti trend che negli ultimi anni si sta cavalcando, esistono pure le scuole di fallimento che a mio parere contribuiscono più a  banalizzare l’argomento che a fare chiarezza e ad aprire prospettive utili.

Fallire non è mai piacevole sia quando il fallimento ci insegna qualcosa di utile, sia quando non ci insegna nulla o meglio c’insegna che non necessariamente c’è qualcosa che dobbiamo imparare o un’opportunità da cogliere perché non tutti siamo in grado di coglierla o perché magari abbiamo fatto tutto giusto ma eventi casuali, indipendenti da noi, si sono messi di mezzo.

Parto dalle parole, dalla differenza tra errore e fallimento che vengono usati come sinonimi ma che hanno sfumature diverse di significato.

Fallimento viene dal latino fallere, ingannare, nella forma medio passiva ingannarsi. Ecco un primo elemento interessante: il fallimento è il frutto di un ingannarsi, vedo ciò che non è o scambio una cosa per un’altra. Qualcosa che mi porta ad uno stop, ha un che di “definitivo”.

Errore dal latino error: deviazione, allontanamento, qualcosa di connaturato al percorso, consapevolmente lo so che potrò deviare, lo prevedo e lo uso. Mi dà il senso di qualcosa di connaturato, una parte inevitabile di un processo.

Detto ciò, torniamo al fallimento, cosa possiamo fare concretamente per gestire un fallimento cercando di mantenere un equilibrio tra il doverci per forza vedere un’ opportunità e l’abbatterci come se tutto fosse perduto?

  1. Per prima cosa occorre prevederlo, considerarlo, abituarsi a immaginarlo. Utilizzare in modo sano la paura per pensare agli scenari peggiori che si potrebbero verificare e mettere su carta le risposte alle domande: cosa farò nel caso dovessi fallire? Quali sono i miei piani alternativi? Ho le risorse economiche, emotive etc, per affrontare un eventuale fallimento oppure no? Da qui ci si prepara, prevedendo piani B o costruendoci gli strumenti, se ci si rende conto di non averne.
  2. Nel momento in cui ci si trova nel fallimento, bisogna fare una cosa impegnativa ma utile. Accettarlo, stare nel dolore, non scacciarlo cercando di occuparsi subito d’altro, che è la cosa più facile da fare. Molto più utile mettere su carta cosa è andato storto dal nostro punto di vista, cioè cosa abbiamo fatto e non avremmo dovuto fare o viceversa cosa avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto. Per quanto doloroso questo ci fa concentrare su quello che è in nostro potere e, se ci lavoriamo, potrebbe farci evolvere. Se ci fate caso nella vita non facciamo tanti errori diversi ma sempre lo stesso tipo di errori, ripetutamente.
  3. Farsi aiutare, sia prima, lungo il percorso, sia dopo, quando ci rendiamo conto di esserci impantanati. Affidarci ad una guida che sia in grado di aiutarci a guardare prospettive non considerate, a costruirci gli strumenti per affrontare i momenti più impegnativi, a gestire gli errori utilizzandoli come fonti d’informazioni preziose.

Se vuoi che sia io la tua guida scrivimi subito ad [email protected].

Crescita